Cosa succede se viene inserito un IBAN sbagliato in un bonifico bancario? Quali sono i rischi per il correntista? Ecco come rimediare all’errore.
Tramite i pagamenti online, può capitare di sbagliare l’inserimento di importanti dati. Ad esempio, nel caso dei bonifici bancari, un errore molto diffuso è digitare un codice IBAN sbagliato e, dunque, trasferire il denaro a una persona diversa dal destinatario originario.
Questa svista, purtroppo, è molto comune, perché l’IBAN è un codice alfanumerico difficile da ricordare, composto da 34 caratteri tra lettere e numeri. Si tratta, però, di un dato fondamentale, perché è associato a un conto corrente e permette di individuare il soggetto titolare. Una volta inseriti i caratteri, il denaro viene trasferito al correntista a cui corrisponde l’IBAN.
Di conseguenza, se si commettono errori, l’operazione viene effettuata a favore di una persona differente. Se il sistema di internet banking si accorge della non corrispondenza tra l’IBAN e il nominativo del beneficiario del bonifico, blocca l’operazione e procede allo storno dell’importo versato. Ma cosa succede se il sistema non distingue l’errore? Ecco la soluzione al problema.
Se la banca non individua l’errore nell’IBAN, è necessario un intervento celere da parte del correntista, che deve revocare il bonifico eseguito. Ci sono dei limiti temporali per la revoca che, di norma, sono inferiori rispetto al periodo che serve per l’accredito di denaro (cioè 1- 3 giorni lavorativi).
Per revocare il bonifico, basta accedere all’Area personale dell’internet banking e cliccare sull’archivio dei bonifici o degli ultimi pagamenti. Selezionando l’operazione, sarà sufficiente cliccare sulla procedura di annullamento. Se, invece, il bonifico è stato già trasmesso, bisogna contattare la banca e chiedere se è ancora possibile bloccare il pagamento.
Nelle ipotesi di irrevocabilità dell’operazione, l’unica soluzione è il cd. richiamo del bonifico. La banca, su indicazione del correntista, manda un sollecito alla banca ricevente, affinché il denaro venga restituito. Si tratta, però, di una procedura molto complicata e, se le somme sono state già versate sul conto corrente sbagliato, è obbligatoria l’autorizzazione del correntista.
Se quest’ultimo nega l’autorizzazione, l’autore del bonifico sarà costretto a procedere legalmente per richiedere la restituzione della somma indebitamente accreditata, in base all’art. 2033 del codice civile. Tale norma disciplina l’indebito oggettivo, cioè i casi in cui il pagamento non è dovuto, perché manca un vincolo giuridico tra le parti che renda necessaria l’esecuzione della prestazione (ossia il versamento del denaro).
A tal fine, il soggetto che ha effettuato il bonifico sbagliato deve conoscere i dati anagrafici del beneficiario. Secondo la decisione n. 6886/2022 dell’ABF (l’Arbitro Bancario Finanziario), chi ha compiuto un pagamento indebito ha il diritto di ricevere questi dati dalla banca di colui che ha ricevuto i soldi.
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