• ha più di 60 anni di età;
  • è minorenne;
  • ha un’invalidità di almeno il 67% ;
  • si occupa di figli piccoli o invalidi in casa;
  • è stato preso in carico dai servizi sociali per grave disagio bio-psico-sociale.

Di fatto un altro problema si è verificato durante i primi tre mesi dell’anno, quando si è verificato un errore da parte dell’INPS. Nell’ISEE infatti era stato calcolato anche l’Assegno Unico e che l’ha percepito ha visto un ISEE troppo alto. L’errore è stato corretto poi dall’Istituto di Previdenza, ma nel mentre molte famiglie si sono ritrovate senza aiuti.

Oggi è possibile che l’Assegno di inclusione venga bloccato o sospeso, perché come sappiamo l’INPS effettua regolari controlli. Anzi, i controlli sono aumentati rispetto a quando veniva erogato l’Rdc.

Chi non ha più i requisiti e non aggiorna la documentazione vedrà quindi togliersi il sussidio, a patto che non confermi la presenza dei requisiti inviando le informazioni all’INPS. L’unico modo per ovviare al problema è produrre l’ISEE corrente, che consente di indicare all’INPS la reale situazione economica della famiglia. Questo se ad esempio rispetto al 2022 è cambiata in peggio la situazione reddituale.

Lo stesso discorso vale anche per chi è stato escluso la prima volta dall’Adi, e che dal 1° aprile 2024 ha però la possibilità di produrre l’ISEE corrente e di inviare nuovamente la domanda all’INPS. Naturalmente i requisiti richiesti sono quelli indicati poco sopra, e chi non vi rientra non avrà accesso alla misura di sostegno economico.