L’Assegno di inclusione è una misura a sostegno delle famiglie povere, ma molti sono rimasti esclusi e avverranno ancora tagli.
Il Governo Meloni è molto fiero dell’introduzione dell’Adi al posto del Reddito di cittadinanza, ma forse le famiglie italiane non la pensano allo stesso modo.
Questo perché per accedere all’Assegno di Inclusione si deve rispondere a requisiti molto più restrittivi e di conseguenza già quest’anno molti nuclei familiari sono stati inesorabilmente tagliati fuori.
Ma non è tutto perché se la documentazione non è corretta o aggiornata, molte altre famiglie potrebbero perdere il diritto all’assegno. Vediamo chi e perché, e come fare a risolvere.
Sei beneficiario dell’Assegno di Inclusione? Occhio alle regole, rischi di “perdere tutto” in un attimo
Rispetto all’ex Reddito di Cittadinanza, la platea dei beneficiari del sussidio economico si è ampiamente ridotta a causa delle regole della nuova misura, l’Adi.
Molte famiglie italiane che percepivano l’RDC, quest’anno sono rimaste tagliate fuori, ma per due fattori principali: uno è dovuto alle regole nuove, ma anche perché probabilmente non sarebbero rientrate nemmeno nell’ex Rdc.
Per ottenere l’Assegno di Inclusione, oggi la famiglia deve rispettare i seguenti requisiti, ovvero un ISEE in corso di validità di valore non superiore a 9.360 euro e avere nel nucleo almeno un componente che:
- ha più di 60 anni di età;
- è minorenne;
- ha un’invalidità di almeno il 67% ;
- si occupa di figli piccoli o invalidi in casa;
- è stato preso in carico dai servizi sociali per grave disagio bio-psico-sociale.
Di fatto un altro problema si è verificato durante i primi tre mesi dell’anno, quando si è verificato un errore da parte dell’INPS. Nell’ISEE infatti era stato calcolato anche l’Assegno Unico e che l’ha percepito ha visto un ISEE troppo alto. L’errore è stato corretto poi dall’Istituto di Previdenza, ma nel mentre molte famiglie si sono ritrovate senza aiuti.
Oggi è possibile che l’Assegno di inclusione venga bloccato o sospeso, perché come sappiamo l’INPS effettua regolari controlli. Anzi, i controlli sono aumentati rispetto a quando veniva erogato l’Rdc.
Chi non ha più i requisiti e non aggiorna la documentazione vedrà quindi togliersi il sussidio, a patto che non confermi la presenza dei requisiti inviando le informazioni all’INPS. L’unico modo per ovviare al problema è produrre l’ISEE corrente, che consente di indicare all’INPS la reale situazione economica della famiglia. Questo se ad esempio rispetto al 2022 è cambiata in peggio la situazione reddituale.
Lo stesso discorso vale anche per chi è stato escluso la prima volta dall’Adi, e che dal 1° aprile 2024 ha però la possibilità di produrre l’ISEE corrente e di inviare nuovamente la domanda all’INPS. Naturalmente i requisiti richiesti sono quelli indicati poco sopra, e chi non vi rientra non avrà accesso alla misura di sostegno economico.