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Padelle di ghisa e metalli pesanti durante la cottura: i risultati del test che sconvolge

Cosa emerge dal test tedesco Oko test a proposito delle padelle di ghisa e metalli pesanti nel corso della cottura

Nell’ambito della cottura dei cibi e degli strumenti da poter impiegare, spesso si sente parlare delle padelle di ghisa, a cui si leggerebbero alte performance di sicurezza nonché di cottura stessa. Tuttavia, stando a quanto emerge da un recente test tedesco condotto da Oko-test su 11 padelle in ghisa, anche quest’ultime potrebbero rilasciare sostanze dannose.

Padella di ghisa e rilascio metalli pesanti: l’analisi Oko-test – tsetv.it

Il test in questione ha riguardato 11 padelle in ghisa, tra cui 5 smaltate, e quattro padelle hanno ottenuto un giudizio “buono”. Sette invece le padelle che, secondo il test avrebbero rilasciato eccessivi metalli pesanti, ad esempio l’arsenico, il cadmio ed il ferro. Le analisi in questione, come spiega Il Salvagente, sono state effettuate in laboratori specializzati e avrebbero verificato la migrazione di elementi metallici indesiderati nel corso della cottura, così come ulteriori punti come nel caso della maneggevolezza, della sicurezza e delle prestazioni di cottura.

Rispetto alla qualità della rosolatura, a 5 tra quelle analizzate si legano risultati “non uniformi”. Maggiormente convincenti, secondo il test, quelle non smaltate in virtù della capacità di doratura, e 2 modelli in particolare hanno colpito gli esaminatori, ricevendo i punteggi migliori.

Riguardo le indicazioni, tranne per l’arsenico, tutti i metalli pesanti rilasciati possono far par della lega di ghisa, anche se – si legge – dovrebbe esser garantito dai produttori il rispetto dei valori di riferimento raccomandati, rispetto alle padelle. Solo 2 padelle non smaltate fra le 6 oggetto di test hanno avuto un giudizio positivo sotto tale aspetto. In uno dei 2 casi, il fornitore è stato il solo ad indicare chiaramente, all’interno del manuale tecnico allegato, che l’oggetto non è adatto al contatto con alimenti acidi. Come nel caso di limoni oppure pomodori.

Dunque, i tester hanno svolto le analisi di migrazione soltanto con acqua e non, come fatto nel caso delle altre padelle, con la soluzione d’acido citrico a 0.5%. Si legge ancora che, successivamente al test, taluni fornitori hanno scritto che le loro padelle non sono adatte ai cibi acidi, ma viene spiegato che avrebbero dovuto indicarlo sulla confezione oppure all’interno del manuale allegato.

Padelle di ghisa e metalli pesanti durante la cultura: altri aspetti inerente l’analisi di Oko-test

Aspetto importante, dunque, quello legato all’analisi condotta da Oko-test a proposito di alcune padelle di ghisa oggetto di test. In merito a quelle smaltate, si tratta di modelli maggiormente facili dal punto di vista della cura e dalla minor sensibilità agli acidi. Tuttavia, secondo il test, alcuni modelli avrebbero rilasciato quantità significative di cadmio, nel corso della cottura.

Cosa emerge dall’analisi Oko-test sulle padelle di ghisa – tsetv.it

Per quanto riguarda la procedura di prova per la valutazione delle padelle in ghisa, vi sono stati dei parametri presi in considerazione, rispetto alle analisi, come spiega GreenMe. Anzitutto il rilascio dei metalli pesanti, con la valutazione del laboratorio specializzato a proposito del trasferimento dei metalli pesanti, nel corso della cottura, dagli utensili al cibo. Poi, test pratici di frittura, con test per scovare eventuali problematiche inerente la doratura dei cibi, e poi la distribuzione uniforme del calore, tramite l’impiego della termocamera. I tester hanno vetrificato tale aspetto sul fondo delle padelle, con una soglia d’accettabilità definito in base a normative specifiche.

Altro parametro, quello della maneggevolezza e qualità della presa, con la valutazione riguardo lavorazione e qualità della presa tesa a permettere sicurezza e facile manipolazione nel corso dell’impiego. Spazio poi al parametro della sicurezza termica, con la misurazione delle temperature successivamente al riscaldamento in punti con elevata probabilità di contatto. Ad esempio manico e la flangia del manico.

Infine, la durabilità del rivestimento smaltato, con il test circa la resistenza alla scheggiatura tramite la prova del martello, in relazione ad una soglia di resistenza definita secondo le normative per gli utensili da cucina.

Per quanto concerne i risultati, fra quelle che hanno ottenuto “buono”, fra le migliori dell’analisi, vi sono i modelli Vardagen (Ikea) e Napoleon (Staub). La sufficienza è andata a Ernesto (LIDL) e Le Creuset, mentre “insufficiente” la padella FP25-T Petromax.

Fonte: Oko-test

Dario Quattro

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